Storia

Breve storia della Sezione Alpini Cusio-Omegna

 

La nascita della Sezione A.N.A. Cusio-Omegna è legata ad alcuni personaggi che con passione e tenacia contribuirono ad alimentare sulle rive del nostro lago e lungo le sue verdi vallate, la volontà di aggregare tutti coloro che avevano indossato il “cappello alpino” nei drammatici anni della guerra a quella famiglia che, dall’8 luglio 1919 si era costituita a Milano.

Tre sono i personaggi che maggiormente hanno contribuito affinché questo sogno potesse nel giro di pochi anni diventare realtà.
Luigi Bisetti di Omegna, Giovanni Fornara di Orta e il ten. Avv. Renzo Boccardi, socio fondatore e primo presidente della Sezione Alpini Verbano, costituitasi ufficialmente nel marzo del 1920. Sulle rive del lago d’Orta, si cominciò, infatti, ben presto a guardare con interesse a quanto stava succedendo nel vicino Verbano.

Fornara e Bisetti intrapresero un oscuro e proficuo lavoro d’informazione e divulgazione con lo scopo di costituire un gruppo, alle dipendenze della Sezione Verbano, sotto le cui insegne accogliere le numerose penne nere della zona.
Essi ebbero alcuni incontri con l’avv. Boccardi che li incitò a continuare lungo la strada intrapresa. Il lungo lavoro iniziato nel 1921, produsse finalmente il primo risultato concreto nel 1922 quando, presso la Trattoria Vittoria, si riunirono alcuni Alpini con lo scopo di gettare le basi per la formazione di un sodalizio. In realtà furono due i gruppi che vennero costituiti: sul finire del ’22 quello di Orta guidato da Fornara e agli inizi del ’23 quello Cusiano guidato da Bisetti che, oltre alle penne nere omegnesi, raccoglieva numerosi reduci delle Quarne e della Valle Strona.

Nel frattempo, quasi contemporaneamente alla nascita del Gruppo Cusiano si costituì anche il Gruppo di Gravellona Toce. Nel volgere di poco tempo il lago d’Orta e i suoi dintorni divennero il bacino di reclutamento più ricco della Sezione Verbano.
Questo grande entusiasmo dischiuse nuovi orizzonti, cambiarono gli obiettivi: si voleva ora costituire una Sezione autonoma. Per raggiungere lo scopo occorreva dimostrare la compattezza e l’operosità delle penne nere cusiane.
A questo scopo tutti gli Alpini della zona confluirono il 16 marzo del 1924 sotto le insegne del “Gruppo Cusiano”. L’inaugurazione del gagliardetto, avvenne alla presenza del pres. Boccardi il successivo 15 giugno e l’avvenimento, rappresentò per Omegna e l’intero Cusio, la prima occasione di vera festa dopo gli anni bui della guerra e quelli altrettanto difficili immediatamente seguenti.
L’assemblea degli iscritti al sodalizio, che poteva contare su 170 soci, elesse all’unanimità, alla guida del nuovo gruppo, Luigi Bisetti, colui che più di ogni altro aveva creduto nella possibilità di unire sotto le insegne di un unico sodalizio gli Alpini del Cusio.
Il primo passo era compiuto, si trattava ora di trasformare il Gruppo Cusiano in Sezione. Non si perse tempo e grazie all’interessamento di Boccardi, membro del Consiglio Direttivo dell’ANA, la richiesta fu trasmessa a Milano.
A questo punto diventa difficile seguire le vicende relative all’accoglimento della domanda. Nel censimento delle Sezioni nate nel 1924, compare anche Omegna che però troviamo tra quelle momentaneamente sciolte nel 1925.
La temporanea sospensione fu dovuta al difficile periodo che la giovane Associazione stava vivendo e ai difficili rapporti, emersi nel corso dell’Assemblea del 1925, tra la quasi totalità delle Sezioni e i sostenitori di Andreoletti che non intendevano limitare il loro ferreo controllo sulle attività dell’Associazione.
In questo clima d’inquietudine che si protrasse per alcuni anni, i vertici del Gruppo Cusiano non si persero d’animo e continuarono la loro instancabile opera di propaganda.
Nel frattempo l’avv. Manaresi venne nominato “commissario straordinario” dell’ANA e, nonostante il totalitarismo del regime riuscì a mantenere l’Associazione in una posizione di relativa autonomia.
Si adoperò inoltre alla riorganizzazione delle sue strutture organizzative che portò nel 1929 al riconoscimento ufficiale della Sezione Alpini Cusio-Omegna. Il sogno cullato per anni si era trasformato in realtà. Primo “Comandante”, così era chiamato allora il presidente, fu nominato Luigi Bisetti, “vecio” del Btg. Trento, “reduce” dell’Ortigara.
L’entusiasmo negli anni successivi non venne mai a mancare e non vi era paese, lungo la naturale cornice del lago, che non avesse un Gruppo Alpini. Questo periodo di relativa tranquillità non proseguì a lungo. Dapprima i giovani Alpini cusiani, inquadrati nel Btg. Intra, vennero inviati nella lontana Africa dove le “verdi nappine” tennero fede al loro motto “Di qui non si passa”. Successivamente nubi ancora più grigie si addensarono sui cieli d’Europa.

L’Adunata di Torino del 1940 rappresentò l’ultimo momento di gioia. Una settimana dopo l’Italia entrò in guerra e molti non avrebbero fatto ritorno alle loro case.
La Sezione in quei difficili momenti fece quanto possibile per mantenere il legame con gli Alpini in armi.
Sul finire del 1942 Bisetti fu costretto a lasciare la guida delle penne nere cusiane a causa di problemi insorti con i locali rappresentanti del regime.
Venne nominato un reggente nella figura di Vito Beltrami che resse le sorti del sodalizio sino ai drammatici avvenimenti dell’anno successivo, quando l’Italia precipitò nel caos con le tragiche conseguenze che travolsero anche le strutture dell’ANA, Battaglione Cusio compreso.
Al termine del 2° Conflitto Mondiale, nonostante le profonde ferite provocate dalla guerra, la Sede Centrale dell’Associazione invitò le sezioni a risorgere.

La Sezione Cusio-Omegna fu fra le prime a riprendere l’attività e sul finire dell’anno fu costituito un consiglio provvisorio a capo del quale fu posto Vito Beltrami.
Il commissariato Beltrami durò pochi mesi e agli inizi del ’46 venne eletto presidente Armando Testi, reduce del Btg. Intra.
La presidenza Testi non durò a lungo; nel marzo dell’anno successivo, venne rieletto presidente Luigi Bisetti, colui che per un ventennio era stata la guida indiscussa delle penne nere cusiane.
Mentre la Sezione cercava pian piano di riprendere la propria attività, più faticosa fu la ripresa dei gruppi. Alcuni non vennero più ricostituiti, altri per anni cessarono la propria attività. In questo periodo era però importante dimostrare che quel seme sparso negli “Anni Venti” non era stato soffocato ma era pronto a germogliare nuovamente, come prima, più di prima.
La definitiva rinascita della Sezione e dei sodalizi a essa collegati coincise con i festeggiamenti per il 30° Anniversario della sua costituzione. Il 20 giugno 1954, migliaia di Alpini invasero il capoluogo cusiano alla presenza delle Medaglie d’Oro padre Brevi, Reginato e Magnani da poco rientrati in Italia reduci da oltre un decennio di prigionia nei lager sovietici e alla presenza dell’ex comandante nazionale Angelo Manaresi.
Questa manifestazione, portò nuovo entusiasmo, il numero degli iscritti crebbe considerevolmente e nuovi gruppi entrarono a far parte della famiglia alpina. Bisetti poté assaporare i frutti del suo instancabile lavoro e nel dicembre del 1958 si avviò verso il “Paradiso di Cantore” lasciando orfani i suoi Alpini. Lo sostituì Arturo Borioli che si dedicò con tenacia e passione al nuovo incarico.
Gli Alpini difficilmente sbagliano quando devono scegliere la loro guida e anche questa volta non fallirono. Borioli resse le sorti del sodalizio sino al 1974 e nei quindici anni della sua presidenza la Sezione festeggiò in modo indimenticabile il 40° di Fondazione nel 1964, alla presenza del pres. naz. Ettore Erizzo, e il 50° nel 1974 alla presenza del neo eletto presidente Franco Bertagnolli.
Va ricordato che proprio nel 1974 l’indimenticato Pierino Cattini ricevette, primo fra tutti, il premio “Alpino dell’Anno” per l’impegno profuso nel riportare in Italia le “spoglie mortali” di alcuni “caduti” dell’Intra a Passo Mecan.
Archiviati i festeggiamenti del Cinquantesimo, Borioli lasciò l’incarico per motivi di salute.
Le penne nere cusiane elessero all’unanimità a suo successore Giacinto Oglina. “Vecio” del Gemona, Oglina aveva partecipato con la gloriosa “Julia” alla campagna d’Albania e successivamente ai tragici eventi della campagna di Russia. Il capitano, com’era chiamato dai suoi Alpini ha retto le sorti della Sezione per diciotto anni prodigandosi con tutto se stesso per il suo bene. Durante la presidenza Oglina, le penne nere della Sezione riuscirono a realizzare il sogno cullato per lunghi anni dai “nostri veci”; quello di far erigere un Monumento dedicato a tutte le penne nere “andate avanti”.
In una giornata indimenticabile, il Monumento venne inaugurato il 16 settembre 1984, in occasione dei festeggiamenti per il 60° di Fondazione alla presenza del pres. naz. Caprioli e di una folta rappresentanza di Alpini del Btg. Genio Orta con i quali si era creato nel frattempo un clima di sincera e fraterna amicizia.
Nel corso della sua presidenza, Oglina si prodigò inoltre affinché anche la nostra Sezione potesse avere un suo giornale sezionale, e volle che il Coro Stella Alpina di Berzonno diventasse il Coro di tutte le penne nere della zona. Il capitano ci ha lasciato sul finire del 1992, lasciando in tutti coloro che l’hanno conosciuto un ricordo indelebile. A lui, la sezione e il Coro ANA Stella Alpina hanno voluto dedicare un “Rassegna di Cori Alpini” che viene annualmente organizzato.

E siamo giunti ai nostri giorni, alla storia recente della Sezione e ai suoi personaggi. In seguito alla scomparsa del presidente Oglina il consiglio direttivo sezionale elesse alla guida delle penne nere cusiane uno dei suoi più stretti collaboratori, Mauro Romagnoli. Per la prima volta il sodalizio era guidato da un alpino che non aveva vissuto e conosciuto gli orrori della guerra. Il nuovo presidente seppe dimostrarsi degno erede dei suoi predecessori, guidando la Sezione verso importanti traguardi. Volle, sin da subito, che i soci si impegnassero nel portare avanti progetti condivisi da tutti i gruppi. Nascono così le iniziative per il recupero del “ponte romano” in Valle Strona e la partecipazione alla sistemazione del Centro di Ippoterapia a Domodossola. Indimenticabile, durante la sua presidenza, la celebrazione nel giugno del 1994 del 70° di Fondazione della Sezione quando, in una giornata che rimarrà negli annali della nostra storia, le giovani reclute del Btg. Mondovì hanno prestato il loro giuramento alla Patria. Nel corso dell’estate del 1996, i centri posti lungo le pendici del Mottarone, subirono gravissimi danni in seguito alle inondazioni provocate da un violento uragano abbattutosi sulla zona. Immediatamente intervennero le Unità di Protezione Civile dell’A.N.A. che, in collaborazione con gli uomini della Brigata Centauro, provvidero a ripristinare la viabilità e a mettere in sicurezza le unità abitative e gli insediamenti produttivi danneggiati dalla calamità. Dopo questa esperienza, apparve evidente la necessità di costituire a livello sezionale un gruppo di pronto intervento, organizzato e attrezzato, pronto ad affrontare i casi di emergenza. Con questi presupposti, l’Assemblea dei Delegati del 1997, deliberò la nascita del Nucleo di Protezione Civile Sezionale.
In seguito alla modifica del “regolamento sezionale”, agli inizi del 1999 Romagnoli giunse al termine del proprio mandato. I suoi ultimi mesi alla guida delle penne nere cusiane furono dedicati all’organizzazione del “Congresso della Stampa Alpina”, programmato per il mese di aprile a Pettenasco. Lasciata la guida della Sezione Romagnoli è stato eletto consigliere nazionale sino a rivestire il prestigioso incarico di vicepresidente nazionale.
A lui, è subentrato alla guida della Sezione, Augusto Cerutti, una vita dedicata al bene della nostra Associazione. Sin da subito, il nuovo presidente, si è dedicato con impegno ed entusiasmo ad accrescere il prestigio del sodalizio, promuovendo con Romagnoli, nell’ambito del Congresso di Pettenasco, una tavola rotonda in merito al tema “I Valori della Leva”, con la presenza del presidente nazionale Parazzini.
La nostra piccola Sezione ebbe modo, nell’occasione, di dimostrare le proprie capacità che furono ulteriormente confermate dall’ottima organizzazione di altre due importanti manifestazioni a carattere nazionale: il 24° Campionato A.N.A. di Corsa in Montagna a staffetta, svoltosi a San Maurizio l’11 giugno 2000 e il 33° Campionato A.N.A. di Corsa in Montagna individuale organizzato a Casale Corte Cerro il 19 settembre 2004.
Nel 2000, durante i festeggiamenti patronali di S. Vito, i soci si impegnarono nella distribuzione delle “stelle alpine” allo scopo di raccogliere fondi da destinare all’acquisto di una T.A.C. per l’ospedale di Omegna. La Sezione in questo modo volle esprimere un segno tangibile della propria attenzione ai problemi locali. L’operazione venne ripetuta nel 2001, tra la fine di maggio e i primi di giugno. In questa occasione il ricavato venne utilizzato per l’acquisto di un automezzo da destinare al Nucleo di Protezione Civile.
Nel 2002, in occasione della Festa Sezionale svoltasi a Omegna, venne assegnato per la prima volta, il “Premio Fedeltà all’Ambiente” attraverso il quale la Sezione, vuole da allora dare il giusto riconoscimento a quei soci che si sono particolarmente distinti per l’impegno nella tutela del nostro patrimonio ambientale.
Nel 2003, un altro sogno, a lungo cullato da tutte le penne nere sezionali divenne realtà.
L’11 maggio, in occasione dell’entusiasmante Adunata Nazionale di Aosta, gli alpini cusiani che, in gran numero ritornavano emozionati in quei luoghi dove avevano svolto il servizio militare, poterono sfilare sulle note intonate dalla nuova Fanfara Sezionale che accompagnò magistralmente la sfilata suscitando l’ammirazione dei presenti. Ultimo atto della presidenza Cerutti è stata l’organizzazione per i festeggiamenti dell’80° di Costituzione. Per l’occasione i vertici sezionali vollero fosse pubblicato un volume che ripercorresse la storia della nostra Sezione, dalle sue origini ai nostri giorni, affinché il tempo non disperdesse la memoria di quanto fatto dalla Sezione e dai suoi gruppi nel corso della sua lunga vita.
Al termine del mandato di Cerutti, le penne nere della Sezione hanno posto alla loro guida Francesco Maregatti, per anni insostituibile e solerte segretario e coordinatore sezionale di protezione civile.
Maregatti volle, agli inizi del 2006, radunare tutti i “Reduci” del 2° Conflitto Mondiale in occasione della consegna degli attestati concessi dall’Associazione.
Sono stati momenti molto emozionanti e toccanti ed è stata l’ultima occasione per stringerci a loro. Molti in questi anni sono “andati avanti”, lasciando nelle nostre file un vuoto incolmabile.
Nel 2007 l’organizzazione del “35° Campionato Nazionale Marcia di Regolarità in Montagna a Pattuglie”, svoltosi a Pettenasco il 14 ottobre, ha contribuito a rafforzare il grado di prestigio acquisito dalla Sezione nel corso degli ultimi decenni.
Dal 2009, la Sezione ha voluto riproporre la distribuzione delle “stelle alpine” per la raccolta di fondi da destinare a Enti o persone bisognose. E’ in tal modo nata la “giornata della solidarietà” che da allora rappresenta uno degli eventi più significativi della vita sezionale.
Nel corso di questi ultimi anni, il sodalizio non ha mai tralasciato di partecipare alle iniziative intraprese dalla Sede Nazionale; ricordiamo tra l’altro il nostro impegno nella costruzione dell’Asilo di Rossosch, e la nostra presenza in occasioni delle calamità che hanno colpito il Piemonte meridionale, L’Abruzzo, la Liguria e per ultima l’Emilia.
La Sezione dal 2011 è guidata dal presidente Andrea Francioni che, con il suo entusiasmo ci ha trascinati in quella che qualcuno a definito la “pazza idea” di ospitare nel settembre del 2014 il “Raduno del 1° Raggruppamento”. E’ un impegno prestigioso e sicuramente oneroso per la nostra piccola Sezione ma, ne siamo sicuri, rappresenterà un altro tassello importante della nostra storia e, sarà il modo migliore per ricordare e dire grazie a tutti coloro che in questi 90° anni si sono dedicati con amore, passione ed entusiasmo per il bene dei nostri gruppi, della nostra Sezione, della nostra Associazione.

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